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Al giorno cruciale della Fed ci arriviamo con un ritorno del risk on, dopo che ieri pareva il contrario, specialmente in assenza di dichiarazioni sui colloqui eventuali tra USA e Cina sui dazi, che erano stati categoricamente smentiti da Trump. Il Presidente, infatti, aveva dichiarato di non avere alcuna intenzione di incontrare a breve Xi Jinping. E invece poi saranno Bessent e il Vice Presidente Cinese a parlarne.

L'indice del dollaro, ieri sotto pressione per l’intera seduta, ha reagito tornando in area 99,5, interrompendo una serie di tre giorni di ribassi dopo le notizie secondo cui il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e il rappresentante per il commercio Jamieson Greer avrebbero incontrato i loro omologhi cinesi questa settimana in Svizzera per discutere di questioni economiche e commerciali. Ciò ha accresciuto l'ottimismo riguardo a un possibile avvio di negoziati commerciali per ridurre gli ingenti dazi imposti da entrambi i paesi.

Gli investitori sono però in attesa della decisione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per questa sera, con ovvie previsioni di tassi fermi. Ma la chiave sarà Jerome Powell e le sue dichiarazioni, che saranno cruciali per avere informazioni sull'andamento futuro dei tassi, in un contesto di crescente pressione per un allentamento della politica monetaria. Tuttavia, i timori che i dazi di Trump possano ancora far salire l'inflazione, per ora hanno negato questo scenario.

WALL STREET

Gli azionari USA sono scesi ieri, estendendo le perdite della sessione precedente, con l'S&P 500 che ha chiuso con il segno negativo, a -0,77%, il Nasdaq in calo dello 0,87% e il Dow Jones in calo dello 0,95%. Il sentiment degli investitori, sempre ieri, sembrava pessimista a causa della persistente incertezza sui dazi e delle crescenti preoccupazioni per l'impatto delle tensioni commerciali sugli utili aziendali.

Nella notte, però, i mercati azionari asiatici sono saliti dopo che è arrivata la conferma che il vice premier cinese He Lifeng incontrerà il Segretario al Tesoro Scott Bessent questa settimana, per discutere di tariffe e questioni commerciali, alimentando speranze tra gli investitori. A rafforzare il sentiment positivo, il fatto che la Pboc avrebbe deciso di tagliare i tassi di interesse tra i 10 e i 50 punti base.

Il Presidente Trump, dal canto suo, incontrerà il Primo Ministro canadese Carney, mentre i negoziati tra gli Stati Uniti e diversi paesi proseguono, sebbene non siano stati raggiunti accordi formali. Nel frattempo, le importazioni statunitensi a marzo sono nuovamente aumentate in previsione di nuovi dazi ad aprile. Oggi inizia la riunione del FOMC, con la Fed che si prevede manterrà invariati i tassi di interesse. Il mercato prezza un nulla di fatto e bisogna aspettare prima che decida di tagliare il costo del denaro.

VALUTE

Sui cambi solito trading range, con EurUsd tra 1.1300 e 1.1380 e gli altri cambi contro dollaro in una perfetta correlazione dollaro-centrica. La chiave è altrove, ovvero è legata all’incontro USA-Cina sui dazi, nonostante nel mondo tornino le tensioni, di cui si faceva volentieri a meno, specie in un anno come questo, con uno scontro India-Pakistan, che per ora si è limitato a un raid mirato dell’India verso siti terroristici pachistani con conseguente rappresaglia di Islamabad, ma che speriamo non subisca una escalation militare generalizzata, il che, oltre a provocare vittime innocenti, potrebbe alimentare un ennesimo risk off sui mercati.

Il ritorno e la correzione del dollaro si è vista anche contro Jpy con UsdJpy tornato a 143.30 dai minimi di 142.30 di ieri pomeriggio. Bisogna capire se questo movimento del biglietto verde sia solo correttivo per poi riprendere la sua strada ribassista, oppure se sarà qualcosa di più. Anche il Chf ha perso quota con EurChf che da 0.9330 è risalito a 0.9365-70 area, così come UsdChf da 0.8210 a 0.8270. Il dilemma rimane il solito, ovvero molto, se non tutto, dipende dalle questioni commerciali. Se USA e Cina trovassero un accordo, il risk on tornerebbe prepotentemente sulla scena.

istantanea

DEFICIT COMMERCIALE USA

Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ampliato a 140,5 miliardi di dollari a marzo 2025, raggiungendo un nuovo massimo storico, rispetto alle previsioni di un deficit di 137 miliardi di dollari. Le importazioni sono balzate del 4,4%, raggiungendo il massimo storico di 419 miliardi di dollari, in previsione di ulteriori annunci di dazi ad aprile. Gli acquisti sono aumentati per prodotti farmaceutici, autovetture e accessori per computer, ma sono diminuiti per prodotti finiti in metallo e petrolio greggio.

Nel frattempo, le esportazioni sono aumentate di un misero 0,2%, ma hanno anche superato il record di 278,5 miliardi di dollari, trainate da autovetture, gas naturale, oro e accessori per computer. Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ampliato notevolmente con l'UE e il Vietnam, ma si è ridotto con la Cina, la Svizzera e il Canada mentre è rimasto pressoché invariato con il Messico.

PETROLIO

Martedì, i future sul greggio WTI sono saliti del 4% a 59,4 dollari al barile, rimbalzando dal minimo di quattro anni, poiché gli indicatori tecnici segnalavano un mercato ipervenduto e divergenze interessanti. I prezzi sono stati sostenuti anche dal ritorno degli acquirenti cinesi dopo le festività. Inoltre, i segnali di un potenziale rallentamento della produzione di scisto statunitense hanno contribuito ad alleviare le preoccupazioni relative all'eccesso di offerta.

Diamondback Energy, un importante produttore, ha rivisto al ribasso le sue previsioni di produzione e ha avvertito di un imminente calo delle attività di perforazione onshore. Anche un altro importante operatore di gas scisto ha annunciato tagli, a indicare che i bassi prezzi stanno iniziando a influire sulla produzione. Nel frattempo, la modesta riduzione dei prezzi di vendita ufficiali da parte dell'Arabia Saudita ha segnalato un approccio cauto alla quota di mercato, attenuando il sentiment ribassista dopo l'accordo dell'OPEC+ per aumentare la produzione a giugno. Anche l’indice PMI dei servizi statunitense superiore alle attese ha contribuito al mantenimento della domanda.

Saverio Berlinzani




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